Rifinanziamento “Nuova Sabatini”

La Legge di bilancio 2022 (L. 30.12.2021 n. 234) ha predisposto il rifinanziamento della Nuova Sabatini nella misura:

  • 240 milioni di euro per il 2022 e il 2023;
  • 120 milioni di euro per gli anni compresi tra il 2024 e il 2026;
  • 60 milioni di euro per il 2027

La misura Beni strumentali (“Nuova Sabatini”) è un’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico (MEF) con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese.

La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:

1) sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese;

2) sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;

3) non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;

4) non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà

Sono ammessi tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione dei seguenti:

– attività finanziarie e assicurative;

– attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

I beni devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni” ovvero spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, come declamati nel principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità), nonché a software e tecnologie digitali.

Non sono in ogni caso ammissibili le spese relative a terreni e fabbricati, relative a beni usati o rigenerati, nonché riferibili a “immobilizzazioni in corso e acconti”

Gli investimenti devono soddisfare i seguenti requisiti:

  1. a) autonomia funzionale dei beni, non essendo ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non soddisfano tale requisito;
  2. b) correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa;

L’investimento può essere interamente coperto dal finanziamento bancario (o leasing).

Caratteristiche dell’investimento:

– durata non superiore a 5 anni;

– importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro.

Il contributo del Ministero dello sviluppo economico è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:

2,75% per gli investimenti ordinari

3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie cd. “industria 4.0”)

I beni materiali e immateriali rientranti tra gli investimenti c.d. “industria 4.0”, sono individuati all’interno degli allegati 6/A e 6/B alla circolare 15 febbraio 2017 n.14036 e s.s.mm.ii.

Il contributo è erogato dal Ministero alle PMI beneficiarie in un’unica soluzione indipendentemente dall’importo del finanziamento deliberato.

L’erogazione in un’unica soluzione si applica a tutte le domande presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari a decorrere dal 1° gennaio 2021.

L’erogazione del contributo è subordinata al completamento dell’investimento, da effettuarsi entro il periodo di preammortamento o di prelocazione della durata massima di 12 mesi dalla data di stipula del finanziamento/ contratto di leasing.

Cessione del bene

Qualora l’impresa beneficiaria alieni, ceda o distragga dall’uso produttivo i beni oggetto dell’investimento nei 3 anni successivi alla data di completamento dell’investimento stesso, il beneficiario dovrà trasmettere tempestiva comunicazione al Mise, che procederà alla revoca del relativo contributo.

 

Lo studio è a disposizione per chiarimenti e comunicazioni

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