La protezione dei segreti aziendali nel rapporto di lavoro

Quali sono gli strumenti a disposizione del datore di lavoro per proteggere le informazioni riservate strategiche di cui possono venire facilmente a conoscenza i dipendenti?

NORME

  • 2105 codice civile

La norma in oggetto, sull’obbligo di fedeltà in capo al dipendente, impone sia il divieto di concorrenza sia quello di divulgazione di segreti aziendali.

  • 98 e 99 codice proprietà industriale

Essi tutelano i segreti commerciali.

  • 622 e 623 codice penale

Sono relativi ai reati di divulgazione di segreto professionale e di rivelazione di segreti scientifici o industriali.

PATTI TRA DATORE DI LAVORO E SUOI COLLABORATORI

  • Patto di non concorrenza

Esso è regolato dagli articoli 2125 c.c., per i lavoratori subordinati, e 1751 bis c.c., per gli agenti, con funzione di vietare al collaboratore di svolgere determinate attività in concorrenza con l’impresa per un periodo di tempo successivo alla conclusione del rapporto di lavoro: 5 anni per i dirigenti, 3 per gli altri lavoratori, 2 per gli agenti.

Il patto deve essere scritto e prevedere un corrispettivo a favore del lavoratore ed un’indennità a favore dell’agente.

L’estensione territoriale e l’oggetto del patto devono vedere un equilibrio tra le rispettive esigenze dell’imprenditore, di salvaguardarsi da illecita concorrenza, e del prestatore di lavoro di non vedersi privato della possibilità di trovare altra occupazione confacente alla sua professionalità.

Il patto può prevedere una penale a favore del datore di lavoro in caso di violazione.

  • Accordi di riservatezza

Essi permettono di individuare con precisione i segreti aziendali, da conservare anche dopo la cessazione del rapporto lavorativo; può essere pattuita una penale.

Attraverso detti accordi può essere esattamente individuato l’ambito dei segreti aziendali che al lavoratore è fatto divieto di divulgare anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro (anche al di fuori di una vera e propria attività concorrenziale) e può essere pattuita una penale in caso di inadempimento.

  • Accordi per vietare attività di storno di altri dipendenti

Lo storno si verifica allorquando un dipendente chiave di una impresa viene assunto da un’altra ed egli induce altri ex colleghi a seguirlo.

Lo storno di dipendenti rientra tra gli atti di concorrenza sleale vietati in generale dall’art. 2598 cod. civ. in quanto contrario ai principî della correttezza professionale. L’applicazione di tale norma non è semplice: è necessario dimostrare l’intenzione dell’imprenditore di nuocere all’altrui impresa, essendo altrimenti tutelate la libertà di iniziativa economica e la concorrenza sul mercato del lavoro.

Può quindi risultare utile stipulare con il lavoratore appositi patti che, in azione combinata con gli altri accordi contrattuali sopra esaminati, possono aiutare a prevenire questa concorrenza illecita e agevolare le azioni giudiziali a tutela dell’imprenditore.

Tratto da Norme&Tributi Plus Diritto, Paolo Iasiello, 25 febbraio 2022.